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Equalizzare meglio | Come usare l’Equalizzatore, 10 consigli utili

Equalizzare

Equalizzare: 10 consigli utili

“Equalizzare” è uno dei termini più frequentemente utilizzati da tecnici del suono, e l’equalizzazione è il processo in assoluto più utilizzato in fase di Mixaggio o Mastering dei brani.

Percepiamo subito quando uno strumento od un gruppo di strumenti risultano “troppo cupi” o “troppo chiari”, “troppo frizzanti”, e via dicendo. Vediamo alcuni concetti da ricordare se si parla di equalizzare.


1) Conoscere i Filtri dell’EQ ed il loro “tono” per equalizzare

Un Equalizzatore, in sostanza, è un circuito che influisce sul tono di una o più frequenze. Questo modifica il bilanciamento delle armoniche su cui stiamo lavorando.

Con un “Filtro” tagliamo del tutto (o attenuiamo, a seconda del suo utilizzo e della campanatura!) alcune frequenze, alte o basse. Poniamo l’esempio di un filtro low-pass, ovvero passa-basso, settato a 1khz.

Tutte le frequenze superiori ad 1khz verranno “filtrate” dall’Equalizzatore, rendendo lo strumento decisamente più cupo (passano le basse frequenze e vengono tagliate le alte, il risultato è ovvio!).

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Equalizzare: Filtro Passa Alto
Equalizzare: filtro Passa alto nativo di Steinberg Cubase.

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Un filtro passa alto (High Pass Filter) invece, compie esattamente l’opposto: lascia passare le frequenze alte a discapito delle basse, a seconda della frequenza e della campanatura a cui abbiamo settato il nostro EQ.

Poniamo un esempio pratico: registriamo la nostra voce rap con un microfono a condensatore low budget, che non ci regala risultati sorprendenti.

Quando cominciamo a mixare le voci rap, le basse frequenze risultano sporche e piene di clicks. Un EQ con filtro passa alto settato attorno ai 85 – 110 Hz con rigida campanatura risolverà il nostro problema.

Ogni equalizzatore agisce però in maniera diversa: non commettiamo l’errore di pensare che ogni filtro passa alto o basso sia uguale tra Equalizzatori plugins o hardware diversi!

Per questo risulta fondamentale conoscere bene gli EQ che abbiamo a disposizione.

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2) Conoscere il range di frequenza degli strumenti prima di equalizzare

Un bravo tecnico del suono è spesse volte in grado di Equalizzare “on the fly”, al volo, ovvero mentre ascolta il mix. E’ infatti capace di intervenire su, ad esempio, una chitarra acustica magari anche senza metterla in “solo”, boostando o filtrando determinate frequenze.

Il perchè è semplice: conosce a priori il “range di frequenza” di tale strumento o canale, ovvero su quali frequenze “si appoggia”, in questo caso, la chitarra.

E’ consapevole del fatto che il rumore delle corde non può essere sui 100 hz, ad esempio, e quindi andrà intuitivamente a manipolare le frequenze giuste.

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Equalizzare - Range di frequenza strumenti
Il range di frequenza occupato da vari strumenti.

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Arrivare a mixare “on the fly” richiede anni ed anni di esperienza, ma è un qualcosa di estremamente utile e soddisfacente.

In questo modo mantenete le sessioni di Mix aperte per meno tempo, affaticate meno le orecchie e, presumibilmente, effettuate decisioni migliori di Mix ottenendo un risultato globale incredibilmente migliore rispetto a sessioni lunghe e faticose, trascinate per ore e giorni.

Questo funziona specialmente se – come consiglio per chi non ha un Home Studio con un ottimo trattamento acustico – è solito mixare in cuffia.

*BONUS Volete velocizzare il processo di apprendimento dell’equalizzazione? Scegliete vari strumenti e boostate e tagliate determinate frequenze cercando di memorizzarle il più possibile: impararete in men che non si dica almeno gli strumenti più utilizzati ed importanti!

Non è anormale arrivare a livelli avanzati nei quali il fonico s’accorge subito se uno Snare ha troppo 140-140 hz, o troppa poca frizzantezza sugli 8khz. E’ solo questione di tempo e pratica!

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3) Equalizzare in Solo e nel contesto del Mix

Conoscere al meglio i nostri EQ a disposizione ed il range di frequenza dei vari strumenti sono due passaggi fondamentali per la buona riuscita di un mixaggio.

Intervenire singolarmente su uno strumento e fare l’equalizzazione in Solo, ovvero sentendo unicamente quello, può a volte trarre in inganno. Risulta fondamentale, a volte, mettere in Solo uno strumento per poter sentire meglio le sue frequenze, i suoi pregi ed i suoi difetti, ed intervenire quindi al meglio sullo stesso.

Ma non dimentichiamoci: lo strumento non deve suonare bene, deve suonare bene NEL MIX. La differenza è ENORME.

A volte capiterà di dover “sacrificare” alcune frequenze di determinati strumenti per far “meglio uscire nel mix” altri strumenti, più “carichi” ed importanti proprio su quelle medesime frequenze. Anche per questo è fondamentale conoscere gli strumenti che mixiamo e riconoscere le frequenze.

Il consiglio è questo: ogni singola volta che effettuiamo una modifica su un canale o strumento e questo è in Solo, ascoltiamo poi la modifica stessa nel contesto del Mix.

Se la modifica ha migliorato lo strumento nell’incastro del Mix, il risultato è ottimale. Se questo risulta migliorato solo in “Solo”, invece, non abbiamo apportato miglioramento alcuno.

*BONUS 2: Prova ad equalizzare ascoltando in mono lo strumento sul quale state operando se siete in cerca di frequenze fastidiose da rimuovere.

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4) L’equalizzazione in Mastering, con moderazione..

L’equalizzazione anche in fase di Mastering è fondamentale, ma attenzione: mentre in fase di mix possiamo permetterci interventi anche abbastanza forti ed evidenti (un boost di 8 db o un cut di 20 db, per esempio), in Mastering le cose devono essere più moderate.

Se post mix dobbiamo intervenire drasticamente su alcune frequenze, sarà certamente meglio riaprire il Mix stesso e sistemare il problema alla sorgente.

In fase di Mastering, infatti, dovremmo limitarci ad interventi più sottili, musicali e lineari.

Ad esempio, un intervento di Cut in Mastering potrebbe limitarsi a 2 o 3 db al massimo, e difficilmente potremo ottenere ottimi risultati nel boostare di più di 4-6db determinate frequenze.

Come “norma” da seguire, quindi:

Fase di Mixaggio -> Interventi all’occorrenza drastici

Fase di Mastering -> Interventi sottili, lievi, musicali.


5) Non devi equalizzare ogni canale..

Uno degli errori più frequenti commessi da chi inizia con l’arte del mixaggio, è quella di pensare che tutto deve essere ritoccato.

Ogni canale deve essere compresso. Ogni traccia audio deve essere equalizzata.

Non è così.

Anzi, alcuni tecnici del suono tra i più apprezzati al mondo sono soliti utilizzare pochi o pochissimi plugins per un intero mix, affidandosi in particolar modo a bilanciamento fra volumi ed intervento sui gruppi per far suonare bene una canzone.

L’equalizzazione deve esserci quando necessaria, e sta a te ed alla tua esperienza “sentire” quando lo è.


6) Come equalizzare l’intero Mix..

Stai ascoltando la tua canzone o la tua strumentale, e ti sembra cupa, poco brillante.

Ti verrebbe spontaneo cominciare ad equalizzare ogni singolo canale, o magari i gruppi.

E se invece inserissi un equalizzatore sul canale del Master e dessi un boost alle alte frequenze, leggero ma musicale?

Se tutto il mix è “vuoto” sulle alte, allora questa potrebbe essere una soluzione, decisamente più musicale, oltre che semplice e veloce, rispetto all’equalizzare ogni singolo canale.

Ricordati sempre: ogni traccia passa per i gruppi a cui viene inviata e per il canale Master, quindi ogni plugin o effetto inserito sul Master agirà sulle singole tracce.


Equalizzazione


7) L’Equalizzazione degli effetti in Send

Ricordati che puoi equalizzare anche un reverbero, non solo una chitarra.

Un esempio pratico: mandi tutte le voci con un Send ad un Reverbero plate corto, diciamo di 0,9 secondi. Le voci suonano ora belle bagnate, naturali, musicali..

..Però le alte frequenze dal canale del reverbero infastidiscono le alte frequenze della voce princiapale.

Utilizza un equalizzatore e taglia le alte dal canale del reverbero (puoi inserire un Eq subito dopo il plugin Reverb sulla traccia ausiliaria).

In questo modo la voce sarà “bagnata” dal reverbero, musicale, ma la voce prinicpale sarà indisturbata dal canale reverberato.

Ovviamente puoi fare lo stesso con ausiliarie di Delay, distorsioni, o qualsiasi altro effetto.


8) Prediligil il Cut al Boost..

Lo so, vorresti boostare tutto, ma questo è uno degli errori più frequenti. Cerca inizialmente di risolvere i problemi eliminando frequenze non necessarie o fastidiose, ed in un secondo momento ricorri ai boost.

Ti renderai conto di necessitare di molti meno boost di quanto avresti pensato prima di effettuare tutti i cut.

Preferisci il “tagliare” all'”aggiungere”.


9) Non cercare l’EQ di ultima generazione..

Non perdere tempo alla ricerca del miglior equalizzatore al mondo, dell’ultimo plugin di Waves o altri brand: gli equalizzatori interni alla tua DAW, che sia Cubase, Logic, Pro Tools, andranno benissimo.

Ovviamente ci sono differenze fra plugins, ma se non sei in grado di ottenere un Mix professionale con i plugins interni delle migliori DAW, il problema non è certo dei plugins utilizzati.


10) Utilizza i Presets per imparare..

I presets vengono visti molto male da alcuni, ma possono essere utilizzati come tools o come.. ispirazione.

Scorri tra diversi presets all’interno dell’equalizzatore scelto, scoprirai se non altro come muta il suono a seconda di boosts e cuts diversi.

I presets sono studiati da professionisti, c’è il caso che alcuni possano proprio fare al caso tuo e suonino bene da subito.

Puoi inoltre partire da un Preset e ritoccare a tuo gusto e necessità.

I presets, quando utilizzati bene, possono aiutarti nel mix, velocizzare il lavoro e darti ottimi risultati.


Come mixare Hip Hop? Guarda il mio video corso..

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Native Instruments abbassa (di molto) il prezzo di Maschine Studio

Maschine Studio nera

Maschine Studio abbassamento di prezzo

Ottime notizie per chi pensava di acquistare la Maschine Studio ma era frenato dall’elevato prezzo, attorno ai 1000€ o poco meno.

La Native Instruments ha da poco annunciato un notevole abbassamento di prezzo, dando la possibilità di acquistare il modello di punta del brand stesso a circa 150€ in meno.


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Native Instruments MASSB Maschine Studio, Nero
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Native Instruments MASSB Maschine Studio, Nero
  • Feedback visivo e controllo tattile senza precedenti
  • Campionatore, arranger, mixer, effetti e molto altro
  • Include il software MASCHINE 2.0, virtual instruments, ed i nuovi drum synth

Chi mi segue lo sa, utilizzo personalmentela Maschine Studio e la reputo fra le macchine più complete in assoluto per il beat making.

Leggi la mia recensione della Maschine Studio.

 

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Creare Basi Rap suonate (in 7 punti fondamentali)

creare basi rap 7 punti

Come creare basi rap suonate

Quello del creare basi rap non è un processo immediato, semplice e veloce.

Innanzitutto bisogna cercare di capire quale tipo di base rap il beat maker vuole produrre, dando per scontato tu abbia già scelto un software con cui produrre.

“Basi Rap” è un concetto davvero estremamente vasto, e bisognerebbe classificarlo meglio.

Sarebbe un po’ come dire “voglio comprare una chitarra”, che vuol dire tutto e niente: classica, folk, elettrica? Come puoi immaginare la differenza non è banale.

Possiamo creare basi rap underground campionate, trap, east o west cost, dirty south, crank (te lo ricordi il periodo crank di Lil Jon?).

Quindi, dovessi cercare di spiegare come creare basi rap suonate ad un totale neofita, penso fingerei non ci fossero enormi differenze tra un beat rap ed un altro, e riassumerei in 7 punti fondamentali.

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1) Creare una armonia

Per prima cosa (ma volendo puoi decidere di iniziare con le batterie) abbiamo bisogno di una armonia, una sequenza di accordi per creare un mood ed una atmosfera per il rapper.

Nei beats hip hop spesse volte la progressione di accordi è davvero minimale, e può fermarsi a due o tre accordi in totale (arrivando logicamente a quattro o più accordi per composizioni più complesse).

E’ grazie all’armonia che avremo un tappeto sonoro su cui costruire il resto, e grazie al quale il rapper sarà ispirato nello scrivere.

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armonia nelle basi rap
Una sequenza di accordi utilizzata in uno dei miei ultimi Beats Trap su FL Studio 12.

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2) Creare una melodia

Possiamo quindi aggiungere una melodia, una sequenza di suoni di senso compiuto, detto anche “fraseggio melodico“.

La melodia può essere il fulcro del ritornello in un beat rap: l’armonia guida la strofa, e per fare “esplodere” il ritornello ecco che l’aggiunta di un fraseggio melodico dà quel qualcosa in più alla strumentale.

Nei beats Trap e quelli moderni in generali, quasi sempre la melodia è composta con Virtual Instruments.

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3) Creare una linea di basso

Nella musica Hip Hop, dall’Underground fino alla Trap, l’importanza del basso ha un ruolo davvero centrale.

Basti pensare al successo dell’808, che trascina praticamente ogni singola Hit Rap uscita negli ultimi 6-8 anni a questa parte, ma che ha giocato un ruolo fondamentale anche agli albori del beat making.

Un basso può essere, come per la melodia, campionato o suonato. Avrà rilevanza e metodiche diverse di utilizzo a seconda del genere che vogliamo produrre.

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Ti stai chiedendo cosa ti serve per produrre basi rap in Home Studio?  Ecco.


4) Creare la batteria hip hop

Lo ammetto, è la mia parte preferita.

Con la batteria hip hop non ci si stanca davvero mai: si possono sempre esplorare nuovi confini, usare nuovi samples, creare da zero nuovi samples, campionarli, comprarli, ecc.

Non ci sono davvero limiti su quello che possiamo fare con le batterie.

Però possiamo riconoscere alcuni elementi fondamentali nella batteria hip hop, alcuni impriscindibili, altri che servono solo ad arricchire il tappeto ritmico della strumentale.

  • Il Kick, elemento fondamentale
  • Lo Snare, anch’esso impriscindibile
  • Hi Hats (sono i piatti della batteria)
  • Shakers
  • Crash e Cymbals in generale
  • Percussioni
  • Legnetti e strumenti ritmici
  • FX (effetti)

Si può quasi dire che li ho elencati in ordine di importanza.

Scegliere i samples non è mai cosa semplice, dobbiamo tenere in considerazione il genere di beat hip hop che vogliamo produrre: un beat trap non usa la stessa cassa (Kick) di un beat underground.

Non dimentichiamoci che nel creare basi rap, sia su melodie che su batterie, possiamo ricorrere alla tecnica del layering per rendere più corposo e pieno il suono.

Spesso utilizzo il layering sulla cassa e sullo snare, ma anche sulla sequenza di accordi per dare più pienezza al sound.

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creare basi rap
Parte del pattern di batteria utilizzato per un Beat composto su FL Studio 12.

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5) Strutturare il Beat Rap

Una volta che abbiamo composto l’armonia e trovato una bella melodia orecchiabile per il ritornello, aggiunto basso e batterie, non ci resta che strutturare la nostra base rap.

La struttura del beat può variare, ma ecco un esempio di struttura del beat moderno, spesso utilizzato in beats trap o comunque commerciali:

  • Intro da 4-8 barre
  • Strofa da 16 barre (a volte solo 12)
  • Ritornello da 8 barre (a volte addirittura 16)
  • Strofa da 8 o 12 barre, al massimo 16
  • Ritornello
  • Bridge da 8 barre
  • Ritornello
  • Outro

Questo è solo uno dei tanti esempi, la struttura può variare a seconda delle necessità e della tipologia di strumentale che andiamo a produrre.

Generalmente, più vogliamo rendere commerciale ed orecchiabile la nostra base rap, più corte saranno le strofe e più spesso (e più lunghi) diventeranno i ritornelli.

Viceversa, più underground e poco orecchiabili vogliamo rendere i nostri rap beats, più lunghe e frequenti saranno le strofe a discapito dei ritornelli, spesse volte marginali (o addirittura non utilizzati) nei beats underground.

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beat rap
Un mio beat rap finito e strutturato su FL Studio 12.

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6) Arrangiare una Beat Rap

Avete mai ascoltato quei beats che sembrano un loop di 4 barre ripetuto all’infinito?

Ci dà quasi l’idea che il beat maker abbia creato un loop e cliccato copia-incolla venti volte.

Ecco, non fare lo stesso errore.

Una volta che hai strutturato il beat, puoi cercare di renderlo più unico, originale, ed interessante. Come?

E’ semplice, inserendo piccole variazioni all’interno della strumentale stessa: svuotare le batterie sulla punch-line del rapper, arricchire il ritornello finale con un layer extra, aggiungere un clap con un reverbero lunghissimo, ecc.

Gli arrangiamenti possibili sono pressochè infiniti, sta a te capire cosa aggiungere o togliere nel punto giusto.

Ma attenzione, prendi in considerazione anche il “togliere” qualcosa, non devi per forza solo aggiungere elementi.

Il Beat non è finito quando non c’è nulla da aggiungere, ma quando non c’è più nulla da togliere.

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7) Preparare il Beat per il Mix e Mastering

Ok, ci siamo:

abbiamo finalmente concluso il nostro beat. E ora?

Assicuriamoci, ed in realtà è un bene farlo passo dopo passo, ogni volta che aggiungiamo uno strumento o un suono, che nulla clippi.

Il clip avviene quando il suono o lo strumento che stiamo utilizzando va sul rosso nel mixer del nostro software.

Questo diventa un problema quando andremo poi a mixare la nostra strumentale o la canzone: per il mix il tecnico del suono necessita di headroom (spazio su cui agire).

Abbassa il volume di ogni traccia, di ogni vst instrument, di ogni sample affinchè nulla clippi (neppure la traccia master!), e non temere:

faremo sempre in tempo ad alzare i volumi in fase di mix e mastering, ma la nostra strumentale deve essere a volumi davvero contenuti per fornire a chi mixa (magari tu stesso..) qualcosa su cui lavorare adeguatamente.

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Conclusione:

Abbiamo visto gli elementi principali da tenere in considerazione nel creare basi rap, ora non ci resta che fare pratica e… Studiare!
Scopri i miei video corsi sul beatmaking hip hop.

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Illmind Beatmaking Session x Rhythm Roulette

Illmind Beatmaking

Illmind Beatmaking Session

Guarda il beat maker e producer Illmind in una beatmaking session produrre Beats Hip Hop “Live” per Rhythm Roulette, la serie di Mass Appeal per la quale diversi beatmakers vengono bendat, scelgono alla cieca i Samples, e creano beats hip hop.


Illmind ascolta i samples da vinile, li campiona all’interno del software da lui scelto, ovvero ProTools, e poi li risuona attraverso la tastiera USB collegata al computer.

Sentite come swingano le batterie Hip Hop; Illmind consiglia il plugin Transient Designer di Native Instruments per dare quella botta in più alle batterie ed ai transienti di cassa e rullante.

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Beat Making Hip Hop | 3 Beats Hip Hop scomposti

beat making hip hop

Beat Making Hip Hop con Beatzunami

Guardami in questa pseudo beat making session nella quale scompongo ed analizzo tre dei miei beats hip hop più riusciti di sempre, di cui due underground ed uno new school.

All’interno del video ti spiego e mostro come ho creato le basi rap in questione, che sono alcune delle mie strumentali hip hop più apprezzate e riuscite di sempre (ovvero tra le più ascoltate e vendute).



Due dei beats sono basi rap semplici, con un sample pitchato (in un caso con Akai MPC 2500 ed in un altro con il campionatore EXS24 di Logic), drum breaks choppati e risuonati e davvero poco altro.

Questo a dimostrazione del fatto che non è il numero di tracce usate in una produzione a testimoniarne la qualità, ma il come sono state utilizzate ed il… come suonano!

Il secondo beat hip hop, in ordine, è una strumentale hip hop più moderna e pulita, per la quale ho dovuto ricorrere ad un numero superiore di tracce melodiche ed anche di batteria, e soprattutto ad un mix decisamente più complesso.

 

Vuoi ulteriori Beat Making Video?

Ti è piaciuto questo format di beat making session e vuoi altri video simili, magari su beats trap creati su FL Studio? Metti un Like al video youtube e commenta, e seguiranno altre mie beatmaking session di analisi e scomposizioni delle basi rap.

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Beatmaker italiani, 5 consigli

beatmaker italiani

 Beatmaker italiani, ecco 5 tips utili

Se preferisci guardare video anzichè leggere, ecco i miei 5 consigli da applicare da subito per beatmaker italiani.

  1. Fai ricerca e studia la teoria
  2. Lavora duro (fai tanti beats)
  3. Collabora con altri beatmaker italiani
  4. Sii super attivo in rete, pubblicando tanti beats
  5. Tratta il beatmaking come music business (se vuoi che diventi tale)

Beatmaker italiani, 5 tips (guarda il video)

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Come campionare una canzone con Ableton Live 9

come campionare con ableton

Come campionare con Ableton

In questa guida avrai la possibilità di imparare come campionare una canzone con Ableton per creare un beat Hip Hop, senza l’utilizzo di alcun VST o Plugin esterno.

Ti consiglio di guardare anche il video corso per facilitare ancora di più il tuo apprendimento.

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Per iniziare importa nella sezione di arrangiamento di Ableton la canzone che hai deciso di utilizzare nel tuo beat Hip Hop.

Il primo passaggio che consiglio sempre di fare è di pitchare la canzone (ovvero cambiarne la tonalità), questo per due semplici motivi: quello principale è per evitare problemi di copyright, il secondo è perché – a mio parere – la gran parte dei sample pitchati suonano molto meglio.

Per pitchare la canzone clickaci sopra due volte per aprire la sezione di editing audio e clicka sul tasto Warp a sinistra della sezione. Successivamente andrai a selezionare in basso il tipo di algoritmo che ritieni più adatto per la tua canzone: io consiglio Complex, che è l’algoritmo più neutro, oppure il Re-Pitch, che simula il pitch del giradischi.

Se selezionerai Complex, ti dovrai spostare a sinistra sul knob denominato Transpose per alzare o abbassare la tonalità del campione (nel caso tu abbia scelto il Re-Pitch vedrai tra poco come pitchare il sample).

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Il tasto Warp (una delle mie funzioni preferite) però non serve solo per permetterti di pitchare una canzone, serve anche – e soprattutto – per mettere a tempo il sample con i bpm da te scelti.

Nella zona subito sopra la forma d’onda della canzone facendo doppio click creerai una freccetta gialla chiamata Marcatore di Warp, tenendo premuto e spostando questo marcatore si sposterà anche quel punto del campione e potrai metterlo a tempo ad esempio con la battuta (questo è il modo che hai di pitchare il sample con l’algoritmo Re-Pitch).


Sale
Ableton Live 9 Suite di Produzione Musicale
  • Registrazione audio multitraccia fino a 32 bit/192 kHz
  • Potente sequencer MIDI di strumenti hardware e software
  • Warping avanzato e time-stretching in tempo reale

Messo a tempo il campione crea una traccia audio (Cmd+t su Mac, Ctrl+t su Windows) sotto alla traccia della canzone importata, questo per facilitarti il taglio del sample.

Seleziona quindi tutte le parti della canzone che vuoi campionare e trascinale nella traccia audio vuota, se vuoi mantenere intatta la canzone originale tieni premuto il tasto alt e trascina sotto la parte da tagliare per duplicarla.[line]

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Ora che hai isolato i sample da utilizzare nel tuo beat clicka due volte sul primo. Quando si seleziona e si separa una parte di un qualsiasi file audio su Ableton, quella parte diventa completamente indipendente dal file originale, quindi potrai apportarle modifiche senza andare a modificare la canzone originale o le altre parti che hai isolato.

Ora che hai aperto la sezione di editing audio avrai sicuramente notato che Ableton ti mostra tutta la canzone e ti evidenzia solo la parte che hai isolato.

Per eliminare la parte che non ti serve clicka con il tasto destro sulla forma d’onda e seleziona la voce Ritaglia Campione.

Alle estremità del sample, subito sopra i Marcatori di Warp, troverai delle piccole freccette, si chiamano Marcatori di Inizio/Fine della selezione, spostandoli selezionerai appunto l’inizio e la fine del sample per andare a tagliare ulteriormente il sample dalle parti che non ti servono.


Ora hai due scelte su come procedere: creare la melodia con i sample che hai selezionato direttamente nella traccia audio, oppure utilizzare il Drum Rack.

Il Drum Rack è un VST interno ad Ableton che simula un sampler Akai Mpc e, proprio per questo, è perfetto sia per comporre la melodia del sample, sia per comporre la batteria.

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Campionare Ableton Drum Rack

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Utilizzarlo è molto semplice: seleziona il Drum Rack e trascina i sample che hai tagliato direttamente sui pad. Sulla destra si aprirà la sezione di editing audio interna al Drum Rack nella quale puoi attivare lo snap che ha la funzione di eliminare quei fastidiosi “click” alla fine dei sample, modificare l’attacco e il rilascio, modificare volume e panpot di ogni sample e molto altro.

Il Drum Rack tuttavia ha una limitazione: se hai apportato modifiche al sample, come il pitch o il warp, una volta importati nel VST queste si azzereranno e i sample torneranno al loro pitch e al loro tempo originali. Per ovviare a questo problema puoi prendere due semplici strade prima di importare i campioni nel Drum Rack:

  • Puoi selezionare i sample che hai modificato nella traccia audio, esportarli e importarli nuovamente su Ableton;
  • Puoi selezionare i sample modificati, clickare col tasto destro, selezionare la voce Congela Tracce, clickare di nuovo con il tasto destro e selezionare la voce Appiattisci. Quest’ultimo è il metodo che consiglio io poiché non c’è bisogno di esportare e importare nuovamente le tracce su Ableton.

Ora sei pronto per creare la tua melodia. Arma la traccia del Drum Rack e avvia la registrazione per registrare una traccia midi e stoppa la registrazione quando preferisci. Clicka due volte sulla traccia appena registrata e ti si aprirà la sezione del Piano Roll.

come campionare Ableton LiveIl primo problema che potresti riscontrare nel Piano Roll è che quando clicki sulle note, queste non suonano. Per farle suonare basta attivare il tasto subito sopra alle note chiamato Anteprima dell’Editor MIDI, che rappresenta un paio di cuffie.

In basso a sinistra alla voce Lenght puoi modificare la lunghezza della traccia midi, con il tasto Loop invece puoi allungare all’infinito la traccia nella sezione di arrangiamento per far ripete quante volte vuoi la melodia.

Se provi a sovrapporre nel Piano Roll le note di due sample diversi, queste suoneranno insieme.

Se non vuoi che questo accada apri il Drum Rack e premi sulla sinistra il secondo tastino nero partendo dall’alto, chiamato Mostra/Nascondi Elenco Catene, compariranno in basso tre nuovi tasti.

Cclicka il tasto I-O e ti si aprirà un elenco di tutti i sample presenti nel Drum Rack. Ora non ti resta che andare alla sezione Chocke e inserire lo stesso numero per ogni sample, in questo modo avendo tutti il medesimo numero, se mentre uno dei sample sta suonando ne farai suonare un altro, il primo si interromperà automaticamente.

come campionare una canzone con AbletonUn’altra cosa che ti consiglio di fare per emulare al meglio un Akai MPC, è quella di ridurre al minimo la Release (ovvero il rilascio) di ogni sample per far sì che ogni campione suoni solo per la lunghezza della nota che inserirete nel Piano Roll.

Iniziare con Ableton non è poi così difficile, no?]

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I Tutorials in italiano su Ableton

Ti è piaciuta la guida sul come campionare una canzone con Ableton ma vuoi saperne di più di questo software? Guarda i miei video corsi:

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Ableton Live 9 come iniziare

come iniziare Ableton Live 9

Ableton Live 9 come iniziare

Eccoci qui, abbiamo acquistato l’ultima versione di Ableton Live e siamo finalmente pronti e carichi per iniziare a produrre, apriamo il programma eh…

Cos’è sta roba??

Non ti preoccupare, anche io all’inizio mi sono posto la stessa domanda. Alla prima apertura di Ableton mi era venuta voglia di chiuderlo e disinstallarlo.

Diciamo che l’intuitività non è certo un punto forte di questo software, ma non disperare, questa guida ti aiuterà ad approcciarti al programma senza problemi.

Ableton Live 9 come iniziare? Con la schermata iniziale!

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ableton Live come iniziare

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Ableton si presenta inizialmente con una traccia Audio e una Midi, queste sono le uniche distinzioni che il programma fa per le tracce.

Nelle tracce audio potremo inserire file audio, mentre quelle midi le potremo utilizzare per aprire VST Instruments di qualsiasi genere.

Possiamo inoltre notare che sono presenti anche due mandate (chiamate Return) A e B e, ovviamente, una traccia Master.

Ora concentriamoci sulle componenti principali di Ableton Live 9.

Ableton Live 9, schermate principali

In questo programma abbiamo la possibilità di lavorare su due schermate differenti (possiamo passare da una all’altra clickando sui due tasti in alto a destra con le tre linee orizzontali e verticali):

[line]Ableton sessione

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Quella che vediamo appena apriamo il programma è detta Schermata di Sessione, ed è principalmente utilizzata per le sessioni live.

[line]  schermata di arrangiamento

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L’altra schermata è detta di Arrangiamento, ed è quella che utilizzeremo principalmente per creare basi rap o le nostre canzoni.

[line]Ableton Live i/o

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Nel lato destro della schermata di arrangiamento (o in basso, nella schermata di sessione) troviamo le funzionalità classiche di ogni sequencer, quindi il muto, il solo, il volume, il panpot e l’armamento della traccia.

[line]Ableton effetti audio

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Nella parte più bassa di entrambe le schermate abbiamo la sezione dedicata all’inserimento di effetti audio.

Le due schermate sono totalmente indipendenti l’una dall’altra, tranne che per le funzionalità appena elencate.

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Ableton Live 9 Suite

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Ableton Live 9 – Parte in alto del programma..

Nella zona sinistra della parte più in alto troviamo tutto ciò che riguarda l’aspetto del tempo del software.

Abbiamo la possibilità di modificate i Bpm (120 di default), attivare il metronomo e modificare la quantizzazione.

Nella parte semi-centrale subito a fianco abbiamo le opzioni di messa in play, stop e registrazione.

Spostandoci verso destra troveremo le opzioni che riguardano il loop globale del progetto.

Infine, nella zona destra si trovano le funzionalità dedicate al mappaggio midi, monitoraggio della CPU e dell’Hard Disk.

Lato sinistro.

In questa zona si trova la sezione di File Browser, ovvero quella dove possiamo selezionare suoni, loops, VST ed effetti audio che vogliamo utilizzare nel nostro progetto. Possiamo inoltre aggiungere le nostre librerie di suoni clickando sul tasto Aggiungi Cartella.

Alla voce Plug-in troviamo i VST e plugins esterni che abbiamo installato sul nostro computer, mentre tutte le altre voci riguarderanno esclusivamente suoni, VST, effetti audio e altre funzionalità interne ad Ableton.

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file browser di Live 9

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Preferenze.

Attraverso il comando Cmd+, (Ctrl+, su Windows) possiamo aprire il pannello delle Preferenze nel quale troviamo tutte le impostazioni principali di Ableton.

Nella voce Look Feel abbiamo la possibilità di personalizzare l’aspetto grafico del sequencer, mentre ad esempio nella voce Audio troviamo le impostazioni di configurazione I/O e molto altro.

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Ableton come iniziare

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Come iniziare a creare basi rap con Ableton

Per iniziare la composizione della nostra canzone ci sposteremo nella schermata di arrangiamento.

A seconda di ciò che vogliamo fare creeremo una traccia audio o una midi con i rispettivi comandi Cmd+t o Cmd+Shift+t (oppure andando nella sezione Crea>Inserisci Traccia Audio/MIDI).

Se trasciniamo un file audio come ad esempio un loop in una traccia audio, clickandoci due volte sopra si aprirà la sezione di editing audio dove si trovano le funzioni di loop della traccia, pitching (transpose), warping e altre più particolari.

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Uno dei 5 motivi per i quali consiglio Ableton è sicuramente quella di warping, ovvero la messa a tempo.

Abbiamo a disposizione una vasta scelta di algoritmi pensati per differenti situazioni, una di queste è il Re-Pitch che imita il pitch del giradischi quando ascoltiamo un vinile a 33 giri con la velocità a 45 giri.

[line]Warp di Ableton Live 9

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Se ci troviamo a lavorare invece su una traccia midi, allora la prima cosa da fare sarà armare la traccia, avviare la registrazione e successivamente clickare due volte sulla traccia appena registrata.

Si aprirà quindi la sezione del Piano Roll, nella quale potremo inserire le note del nostro strumento e comporre una melodia.

[line]Ableton Live 9 come iniziare

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Ableton Live 9 come iniziare?

Abbiamo visto le schermate principali di Ableton Live e capito meglio la loro funzione, ma imparare ad usare il software e creare musica è un altro paio di maniche.

Non disperare, però, puoi imparare in maniera semplice e veloce con i miei video corsi:

[product_tag tags=”Ableton Live 9″]
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MacOS Sierra Driver per Akai MPC Renaissance e Studio

Mpc Renaissance macOS Sierra Driver

Drivers MacOS Sierra Akai MPC

Dopo aver annunciato i nuovi modelli Akai MPC standalone, Akai ha finalmente rilasciato i drivers per MacOS Sierra per:

  • Akai MPC Renaissance
  • Akai MPC Studio
  • Akai MPC Element
  • EIE Pro

Fonte ufficiale: http://akaipro.com/akai/

L’immagine ricevuta direttamente dalla Newsletter Akai. Visita il sito ufficiale per scaricare i drivers di Akai MPC Renaissance ed Akai MPC Studio o Element se anche tu sei passato a MacOS Sierra.

Mpc Renaissance macOS Sierra Driver

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12 consigli per beatmaker italiani

consigli per beatmaker italiani

Consigli per beatmaker italiani alle prime armi

Ho voluto scrivere questo articolo per dare qualche consiglio prevalentemente ai beatmaker italiani alle prime armi che spesso sottovalutano alcuni punti che io – dopo aver acquisito qualche anno di esperienza – reputo fondamentali.

Spero siano utili a voi quanto lo sarebbero stati per me se me li avessero dati quando mi chiedevo come iniziare.

  1. Il sequencer non fa la differenza. La differenza la fa la persona che sta davanti al computer, non il programma che questa usa. Non esiste un vero e proprio programma per beatmaker migliore di un altro. Esistono programmi che offrono funzionalità in più rispetto ad altri, alcuni più complicati, altri più semplici, ma tutto sta nell’abilità del beatmaker. Personalmente, però, ho 5 motivi per consigliarti Ableton Live 9. [line]

    beatmaker programma
    Ci sono tanti programmi per beatmakers. Scegli quello che ti ispira maggiormente.
  2. Usa diversi colori per differenziare i vari strumenti. Con il tempo ho imparato ad essere ordinato nei miei progetti, si lavora meglio e si evita di scervellarsi per capire ogni volta che suono si sta andando a selezionare. Colorare e nominare le tracce utilizzate nel proprio progetto aiuta nell’organizzazione. [line]consigli per beatmakers [line]
  3. Crea una tag vocale o un suono che ti contraddistingua. La tag vocale – o comunque il proprio suono personalizzato – è diventata ormai fondamentale. Spesso capita che gli artisti si dimentichino di inserire nel titolo della canzone “Prod. by […]”, quindi utilizzando una tag da mettere all’inizio o alla fine della tua strumentale ti tutelerà anche da questo aspetto che purtroppo capita fin troppo spesso. [line]tag vocale beatmaker[line]
  4. Non smetterai mai di migliorare. Ti è mai capitato di pensare: “Fantastico, questo è il beat migliore che io abbia mai fatto, non credo riuscirò mai a superarmi”. Se è successo anche a te, magari più di una volta, ti sei trovato nella mia stessa situazione, ovvero dopo una settimana avevi già composto un beat più bello di quello che consideravi il “beat migliore della tua vita”. Questo a dimostrazione che non si smette mai di migliorare.
  5. Non smetterai mai di imparare. Se non smetterai mai di migliorare, di conseguenza non smetterai mai di imparare nuove tecniche di produzione, nuovi VST, nuovi Plugins. Ma non aspettare di dire: “E’ da troppo tempo che faccio le stesse cose, voglio un cambiamento”, gioca d’anticipo e prendi subito l’iniziativa per imparare cose nuove che non potranno fare altro che aiutarti a migliorare.
  6. Sperimenta per creare il tuo stile. Fai dei tentativi, delle prove, non importa se dopo scarterai tutto dopo averci perso una giornata intera. Il tuo obbiettivo deve essere quello di trovare il tuo stile e lavorare per migliorarlo sempre di più. Ascolta le produzioni degli altri beatmakers e cerca di prendere spunto per creare nuove sonorità, nuove tecniche.
  7. Se hai monitor a basso costo, mixa prevalentemente in cuffia. Hai almeno 5 validi motivi per farlo. Ricorda che, a parità di prezzo, le cuffie avranno sempre una qualità audio superiore ai monitor. [line]mixare in cuffia o monitors[line]
  8. Non c’è uno standard su come produrre. Quello che conta è il risultato finale, non importa come ci sei arrivato.
  9. Non essere timido nel chiedere consigli. Chiedere consigli a chi ne sa più di te non sarà mai una cosa sbagliata e al contrario ti aiuterà di certo a migliorare. [line]come diventare beatmaker[line]
  10. Usa librerie di suoni di alta qualità. Niente file in .mp3, usa solo suoni in .wav, la qualità audio di quello che usi è la cosa che conta maggiormente. [line]scegliere samples beats hip hop[line]
  11. Usa i loops, ma senza esagerare. Usare loops va benissimo, purché il tuo beat non sia composto interamente da quelli. E non si parla necessariamente soltanto di drum breaks da choppare.
  12. Ascolta il risultato finale in più sorgenti sonore.  Una volta concluso il tuo beat, ascoltalo in più sorgenti sonore diverse possibili (auricolari, cellulare, casse bluetooth, casse dell’auto, ecc.) per sentire se suona sempre al meglio.

Beatmaker come iniziare se non ti bastano 12 consigli..

Sei uno dei tanti beatmaker italiani vogliosi di imparare a creare basi rap? Vediamo se conosci queste 49 cose da sapere su beatmaking e mixaggio hip hop.