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Come fare Mastering Audio (La guida completa in 7 passaggi)

cos'è il mastering e come farlo

Dopo 10 anni in Home Studio, eccoti la mia guida completa che ti spiega come fare mastering autonomamente.

Preferisci guardare ed ascoltare piuttosto che leggere?

Ecco il Video sul Mastering.

P.S. Ti consiglio anche la lettura di tutto l’articolo per approfondire il tema.



Il Mastering audio è un processo che viene visto come una sorta di magia in stile Harry Potter da chi non sa esattamente cosa sia, e che viene definito come “il Photoshop dell’Audio” da alcuni esperti.

In questa guida vedremo come fare Mastering (sì, anche da casa nostra se vogliamo) tutti gli step necessari per farlo in maniera quantomeno valida, e neppure così lontana dal mastering reale, quello che sì, andrebbe fatto in studio professionale.

Ma prima di tutto, cos’è il Mastering audio?

Il Mastering è lo step finale nella realizzazione di una canzone o di una serie di canzoni (album), e che avviene dopo che questa è già stata registrata, edita e mixata.

Il mastering nasce come una azione indispensabile per rendere coerente e musicale un Album, ma oggigiorno viene spessissime volte utilizzato su singoli brani, dato il cambio radicale della direzione artistica di molti che spesse volte rilasciano singoli brani in formato digitale.

Se chiedi “cos’è il Mastering?” ad un mastering engineer – sì, esistono tecnici del suono che dedicano la loro intera attività lavorativa al solo mastering di canzoni ed album – ti spiegherà come mai solo in uno studio professionale dedicato al mastering stesso si possa realizzare questo processo.

Ma prima che tu chiuda questa guida, aspetta:

Non è vero.

Il mastering engineer giustamente fa i suoi interessi, ma di certo non te la racconta tutta: oggigiorno, grazie all’incredibile avanzamento tecnologico, è possibile realizzare masters che suonino più che dignitosamente anche in home studio.

Qual è lo scopo del Mastering audio?

Il mastering è quel processo audio che serve a finalizzare una canzone, e far sì che questa suoni bene e sia ottimizzata per ogni dispositivo di riproduzione audio, dall’iPhone agli speakers audio da club, fino alle cuffie ed alle casse dello stereo dell’automobile.

Il master finale deve inoltre essere pronto per la distribuzione in ogni formato: dall’mp3 per iTunes al vinile, dal CD fino a servizi di streaming musicale com Spotify.

Col mastering audio ci accertiamo quindi che la nostre canzone o il nostro album suoni coerente, uniforme, pulita, priva di difetti, clicks, pops, distorsioni.

Il master finale di un album è quello che poi verrà duplicato e distribuito, quindi il file finale che verrà stampato su CD nel caso di una release su copia fisica.

Come fare Mastering audio in Home Studio – I prerequisiti

Partiamo da un presupposto:

il Mastering sarebbe da realizzare in studio professionale. E’ un processo complesso, che necessita di determinate competenze e richiede determinata attrezzatura professionale.

Questo non toglie che il digitale, avanzato come quello del 2017, ci permette di ottenere comunque risultati degni di nota, salvo avere determinati prerequisiti indispensabili:

  1. Ottimo sistema di ascolto: un ambiente acustico privo di enormi difetti, e quindi seriamente trattato acusticamente, abbinato a buoni monitors da home studio, oppure delle cuffie professionali per evitare i problemi acustici dati da una stanza non trattata.
  2. Un ottimo mix, cosa assolutamente fondamentale: difficilmente una canzone suonerà bene grazie al mastering se il mix non è di buon livello. Col mastering correggiamo e miglioriamo un mix, ma non lo stravolgiamo.
  3. Un secondo sistema di ascolto (opzionale ma assolutamente consigliato). Poniamo di avere mixato con troppe basse la nostra canzone, ma le nostre casse tradiscono il nostro udito, non facendocelo percepire. Col mastering, se useremo lo stesso impianto audio, andremo ad enfatizzare ulteriormente il problema aumentando ulteriormente le basse frequenze proprio per il fatto che non le sentiamo abbastanza.
  4. Vasta conoscenza della teoria e degli strumenti che utilizzeremo. Ho detto che è possibile fare il mastering in home studio, ma non che sia facile e basti poco. Il mastering non è buttare un limiter sulla traccia denominata “Stereo output”.
  5. Attrezzatura adeguata e professionale: nessuna paura, reputo professionali anche i plugins digitali interni a DAW come Apple Logic o Cubase.

Prima di addentrarci nella effettiva guida e capire come fare il mastering audio, vediamo di rispondere ad altre domande importanti:

Qual è la differenza fra mix e mastering?

Ottima domanda, bravo:

è vero, mix e mastering condividono le stesse tecniche, anche gli stessi strumenti diverse volte, e lo stesso scopo finale, quello di far suonare bene una canzone per gli ascoltatori.

In sostanza con il mix cerchiamo di far suonare bene le varie e singole parti di una canzone (il basso, la cassa, la chitarra, ecc.), con il mastering cerchiamo di “incollare” tutte le canzoni di un album e farle suonare bene tra loro.

Nel caso in cui stessimo facendo il mastering di una sola canzone, lo scopo è quello di far sì che questa suoni bene e sia in linea con gli standard audio professionali che ascoltiamo quotidianamente.



Ma il mastering è fondamentale?

Dipende:

se vuoi che la tua canzone suoni professionale, sì. Senza mastering audio rinunciamo ad operazioni che rendono la nostra canzone più chiara, pulita, nitida ed alta di volume, proprio come quelle che sentiamo tutti i giorni.

Ogni canzone che ascolti, che sia da radio, tv, spotify o iTunes, è passata dal processo di mastering. Nessuna si è fermata al mix. Questo dovrebbe essere abbastanza per spingerti a fare o far fare il mastering delle tue canzoni.

Cosa ti serve per fare mastering audio in home studio

Innanzitutto rileggi bene i prerequisiti ed assicurati di avere un ottimo mix tra le mani, perchè senza tutto il resto che leggerai in questa guida diventerà assolutamente inutile.

Non puoi ottenere un ottimo master da un pessimo mix.

Per il mastering audio, ecco cosa ti servirà:

  • Una DAW (Digital Audio Workstation) come Apple Logic, Pro Tools Cubase, ecc.
  • Uno o più equalizzatori
  • Uno o più compressori
  • Un harmonic exciter
  • Plugin per intervento sull’immagine stereo
  • Limiter
  • Plugins per metering

Come fare Mastering in 7 passaggi..

  1. Ascolto, analisi, comparazione
  2. Correzione errori di mix
  3. Compressione
  4. Equalizzazione
  5. Stereo imaging
  6. Distorsioni armoniche
  7. Limiting

1) Come fare Mastering audio – Ascolto ed analisi

Il primo passaggio da compiere è quello di ascoltare. A orecchie riposate. Non mettiamoci a fare il mastering non appena abbiamo terminato il mix. Lasciamo passare delle ore, meglio ancora, dei giorni.

Prepariamo altre canzoni, già masterizzate professionalmente, che utilizzeremo per la comparazione: il nostro master è più o meno brillante? Le mie basse risultano troppo distorte rispetto al brano di riferimento?

Logicamente ogni canzone è una storia a sè, ma tenere un punto di riferimento nello stesso genere musicale può rivelarsi fondamentale.

Possiamo anche prendere un block notes ed annotarci le differenze: “mi mancano basse”, “è troppo brillante”, “le alte sibilano” su cui poi andremo ad agire singolarmente.

Nell’ascoltare il nostro mixdown, ovvero il file stereo a 24 Bit su cui andremo ad operare, dobbiamo già intuire tutta la serie di correzioni ed operazioni che andremo ad effettuare successivamente.

In un certo senso, quindi, l’ascolto nel pre-mastering audio è il punto cruciale. Attenzione però, non facciamoci tradire dal volume della canzone di riferimento, che sarà sicuramente molto più alto della nostra (essendo già stata masterizzata).

Una tecnica da utilizzare nel comparare è quindi quella di abbassare il volume della canzone-riferimento per far sì che si avvicini a quello del nostro mixdown, per giudicare le reali differenze tra i mix.

Se siamo davvero bravi, possiamo anche fare un ascolto “artistico”, oltre che critico: il nostro master dovrà suonare in un certo modo se vogliamo fare una produzione in stile Skrillex, dove le alte sono tagliente e le basse enormi.

Dobbiamo quindi capire la direzione del sound che vogliamo ottenere nel risultato finale, prima di poter procedere con eq, compressori, ecc.

Vogliamo che la traccia suoni forte o piano? Aggressiva o soft? Pulita o sporca? Sono tutte domande cui dovremmo trovare risposta prima ancora di passare al #2.

2) Correzione errori di Mix

Uno dei motivi per i quali, personalmente, sono molto rapido ad effettuare il mastering delle canzoni, è che generalmente le ho mixate io stesso.

Quindi, non ci sono evidenti errori (altrimenti li avrei corretti in fase di mix, giusto?).

Attenzione: se però ci accorgiamo di errori di mix, piuttosto che correggerli in mastering, è certamente meglio riaprire il mix e correggere proprio dal mix, rifare il bounce del mixdown, ed arrivare in mastering col miglior mix possibile.

Quando invece stiamo facendo il mastering audio di un brano altrui, possiamo individuare errori di mix più o meno evidenti.

Alcuni errori riconoscibili potrebbero essere:

  • Spettro sonoro sbilanciato a favore di basse o alte frequenze
  • Mixdown con troppa escursione dinamica (picchi non controllati)
  • Presenza di frequenze fastidiose
  • Clicks
  • Altro (dipende dal mix!)

Per i clicks possiamo utilizzare plugins di de-clipping, che “trovano” questi click e li rimuovono per noi, oppure agire direttamente sull’onda con automazioni disegnate manualmente.

Per l’escursione dinamica possiamo invece utilizzare uno o più compressori per controllare i picchi.

Per le frequenze fastidiose invece potremo intervenire con eq. correttiva, tra cui, per esempio, il de-esser se le frequenze fastidiose sono sulle alte frequenze e sibilanti.

3) La compressione nel mastering

Vogliamo che il nostro master suoni coeso ed amalgamato, che non vi siano evidenti picchi? Ecco che entra in gioco il compressore.

Una delle tante tecniche di compressione cui possiamo ricorrere è quella della “glue” compression, grazie alla quale useremo un compressore nato proprio con questo scopo, ovvero quello di “incollare” ed amalgamare un mix.

Con una ratio generalmente impostata tra i 2:1 ed i 4:1 ed un attacco veloce, cercheremo quindi di comprimere i primi transienti del nostro mixdown, ricercando una compressione che oscilli fra i 2 ed i 4db.

Oltre questi decibel di compressione, ci addentriamo in territori puramente elettronici che comunque spesse volte non necessitano di compressiori più evidenti.

Tra i migliori glue compressors cui possiamo ricorrere, cito il celebre SSL G-Comp, emulato splendidamente da Waves ma anche da Native Instruments come SSL Bus Compressor.

Un altro tipo di compressione cui potremo affidarci per migliorare il nostro mix, è la compressione multibanda, già spiegata nell’articolo precedentemente linkato sulle tecniche di compressione.

Grazie a questa potremmo correggere alcune frequenze del mix andando a comprimere solo queste, proprio grazie alla peculiarità del compressore multibanda che ci permette di andare ad agire solo sull frequenze volute, lasciando intatte le altre.



4) Equalizzare in mastering audio

Attenzione:

tutti i processi descritti fino ad ora per il mastering vanno eseguiti con estrema cautela.

Stai cercando di capire come fare mastering autonomamente, quindi tieni a mente che il mastering differisce dal mix anche in questo senso: mentre in fase di mixaggio ci permettiamo di aggiungere o togliere anche 10-20 dB su e fare quindi operazioni piuttosto drastiche, in mastering agiremo sempre con una precisione migliore, più “di fino” e senza esasperare nulla.

Ricordiamoci che se in fase di mastering ci ritroviamo a dover aggiungere 10 dB a determinate frequenze, il mixdown andrebbe assolutamente rifatto.

Detto questo:

con l’equalizzazione chirurgica (surgical eq.) potremo andare meticolosamente a rimuovere frequenze fastidiose, magari con una campanatura stretta.

Possiamo anche intervenire con un filtro passa alto impostato fino ai 30-34 hz circa, per rimuovere lo sporco e le frequenze al di sotto di quelle che possiamo sentire e che però si mangiano headroom.

Ma non solo:

non stiamo soltando “riparando” gli errori commessi dal mixing engineer, dobbiamo anche aggiungere del nostro.

Possiamo quindi, una volta risolti gli effettivi problemi del mixdown, prenderci la libertà di enfatizzare alcune frequenze proprio con l’eq. stesso, questa volta con una campanatura maggiore (per un intervento più musicale e meno evidente).

Possiamo scegliere di utilizzare un “equalizzatore colorato” in modo tale da aggiungere un qualcosa che vada oltre ai semplici dB.

Tieni anche a mente i tre consigli che ti ho già dato sull’equalizzazione.

5) Stereo imaging nel mastering audio

Gestire la stereofonia del master può rivelarsi fondamentale.

Ad esempio, una delle operazioni più utilizzate dai mastering engineers è quella di rendere mono ciò che sta al di sotto dei 130-150hz specialmente in generi acustici come pop, rock, jazz, ecc.

Possiamo decidere – ascoltando attentamente il nostro materiale – che le alte frequenze possano suonare meglio se maggiormente stereofoniche, aprendole quindi nel panorama stereo grazie ad un plugin di stereo imaging multibanda.

6) Exciters e distorsioni armoniche nel mastering

Dal mastering engineer ci si aspetta che non solo corregga eventuali errori di mix, ma che faccia suonare meglio la canzone.

Uno dei tools che può utilizzare è l’exciter, un particolare processore analogico o digitale che interviene aumentando le armoniche e “riempendo” il suono o le frequenze su cui stiamo agendo.

Esistono una moltitudine di exciters, distorsori e tools di questo genere, ma alcuni sono più adeguati per il mastering audio, come ad esempio l‘harmonic exciter di Izotope Ozone, il quale interviene in multibanda, permettendoci di scegliere su quali determinate frequenze applicare una piacevole distorsione armonica.

Ad esempio,

sulle basse frequenze, che generalmente arrivano dal mixdown già belle corpose e compatte, potremmo decidere di non voler aggiungere una distorsione armonica.

Potremmo scegliere di dare excitement a frequenze tra i 3 ed i 5khz: un plugin che ci permetta di agire in multibanda viene in nostro soccorso, andando a processare solo le frequenze sulle quali vogliamo agire.

Esistono ancheu na serie di effetti artistici che possiamo applicare in digitale per ottenere un determinato tipo di sound: plugins che emulino consolle analogiche o registratori a bobine sono fra questi.

Il mondo digitale ci permette di scegliere tra un arsenale di tools incredibili ad un costo inferiore rispetto alle controparti hardware.

Fra i tanti voglio ricordare RoundTone di Sknote, azienda italiana.

Preciso che queste operazioni (ad esclusione di quella finale, il limiting) non necessariamente vanno eseguiti nell’ordine in cui le ho proposte.

Anzi, possono anche intervenire in più istanze: possiamo scegliere di applicare equalizzazione correttiva -> glue compression -> equalizzazione colorata -> compressione multibanda -> ecc.,

Non ci sono “obblighi” in mastering od un numero minimo o massimo di plugins o processi che dobbiamo utilizzare.

Sta a noi capire di cosa il master abbia bisogno affinchè il brano finale suoni meglio.

Questo può significare utilizzae 3 plugins in totale così come usarne 10 a seconda delle operazioni che dobbiamo compiere e del materiale di partenza.

Se abbiamo assoluta necessità di utilizzare un vasto numero di plugins per far sì che il master suoni bene, probabilmente la fase di mix non è stata fatta nel migliore dei modi.

Il mastering dovrebbe essere un lavoro di fino, snello.

Dovrebbe essere la pennellata finale ad opera d’arte già compiuta.

7) Il limiting nel mastering

Ti stavi chiedendo come fare mastering ed ancora non avevamo parlato del Limiter.

Una volta terminati tutti i passaggi necessari, e ne ho elencati sette ma potremmo averne avuto bisogno di soli 3 o 4 (o 12..) possiamo procedere col limiting.

Grazie al limiter andremo a comprimere fortemente (il limiter non è altro che un compressore che agisce in maniera molto più decisa, con una ratio più forte ed un attacco più veloce) il nostro mixdown.

Lo scopo è quello di alzare il volume del mixdown fino a competere con gli standard del nostro genere.

Sacrificheremo la dinamica del nostro mixdown, ma dobbiamo prendere in considerazioni le “richieste” del nostro genere musicale.

Se stiamo cercando di capire come fare mastering di musica classica, dobbiamo considerare che il master dovrà suonare dinamico e musicale.

Se stiamo facendo una canzone EDM, Trap, Hip Hop da classifica, ecco che il sound che va’ maggiormente è quello incredibilmente schiacciato, con una dynamic range ridotto.

Quindi spingeremo il nostro limiter fino ad ottenere un master alto di volume, schiacciato, cercando di evitare la distorsione.

Per canzoni hip hop, trap, dubstep e similia cerco di arrivare fino ai -7 / – 9 db LUFS (Loudness Units Full Scale), misurazione che possiamo ottenere grazie alla suite di Mastering di Ozone.

Se guardiamo gli RMS con un Paz Analyzer di Waves, o un plugin interno di metering della nostra daw di utilizzo, diciamo che masters spinti fino ai -8 / – 10 db RMS sono uno standard.

Ricordiamoci però che ogni canzone ha una storia a sè, e queste sono solo indicazioni per darti una vaga, ma pratica, idea di quanto debbano suonare.

Il modo migliore però per percepire quanto suonano forte le nostre canzoni è quello di compararlo alle canzoni di riferimento scelte inizialmente.

Suonano simili e circa allo stesso volume? Abbiamo svolto un ottimo mastering, e presumibilmente anche il mixdown era di ottima qualità.

Cosa ci rimane da fare?

Abbiamo concluso la nostra guida pratica sul come fare mastering audio: ma dopo questi steps, cosa dobbiamo fare?

Una volta esportato il master finale, andremo ad ascoltarlo con il maggior numero possibile di apparecchi audio per assicurarci suoni bene ovunque: cuffiette, ipad, ipod, cellulare, macchina e chi più ne ha più ne metta.

Il master dovrà suonare dignitosamente su ogni supporto (proprio come le canzoni che siamo abituati ad ascoltare).

Ci sono poi una serie di operazioni che influenzano in maniera minore il risultato finale (come il dithering) che ho deciso di omettere data la lunghezza di questa guida sul come fare mastering.



Come fare Mastering audio,  parliamo di plugins..

Partendo dal presupposto fondamentale che conta assolutamente di più:

  1. La conoscenza approfondita della teoria e dei concetti
  2. La qualità d’ascolto (trattamento acustico e monitors)
  3. L’esperienza

Ecco i plugins consigliati per effettuare il mastering:

  • Plugins “stock”, ovvero quelli interni alla tua daw purchè professionale (Logic, Cubase, ProTools, ecc.),
  • Waves
  • Izotope Ozone
  • SPL
  • Sknote
  • UAD
  • Steve Slate
  • FabFilter

Quali monitors o cuffie utilizzare?

Sperando che non mi leggano mastering engineers del livello di Bob Katz, è chiaro che per fare mix e mastering servano acustica e monitors di qualità, che in pochi possono permettersi.

Per questo motivo, come già spiegato nel video sui motivi per mixare in cuffia, consiglio spesso cuffie professionali anche per il mastering.

Grazie a cuffie di questa qualità rimuoveremo alla radice tutti i problemi acustici dati dalla stanza non trattata (o trattata alla meno peggio) nella quale effettueremo il mastering.

Se proprio devo consigliare monitors low-cost, invece:

  • Yamaha HS5
  • Adam A5X
  • Le migliori Genelec che puoi permetterti
  • Focal CMS 50 (il mio secondo ascolto)

Come fare Mastering – Conclusione

Il mastering è complesso e pieno di sfaccettature, ma al tempo stesso nulla di così insensato da fare in home studio se con i giusti mezzi, conoscenze e tools.

Nel 2017, un producer di musica elettronica, un beat maker hip hop, ma anche un artista di altro genere musicale, può pensare di realizzare mix e mastering a casa propria.

Quello che risulta davvero fondamentale è l’approfondita conoscenza dei tools a nostra disposizione, la cosa numero uno che ci manca (ancor prima della costosa attrezzatura), rispetto ad un mastering engineer professionista.

Ecco il mio video corso completo grazie al quale i tuoi Masters suoneranno professionali:

Mastering, risorse utili:

Questa guida completa sul come fare mastering in home studio mi è costata ore di lavoro. Se ti è piaciuta ti chiedo una condivisione su Facebook ed un like.

Grazie.

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